Lettera aperta alla FNOVI in merito ai focolai di Peste Suina Africana presso il comune di Zinasco

gentili Colleghi,

A seguito degli eventi verificatisi presso il santuario “Cuori Liberi”, è di fondamentale importanza riportare e discutere i principi cardine relativi al benessere animale, la sicurezza degli animali e la salvaguardia della salute animale e pubblica.

La soppressione di 9 maiali presso il rifugio “Cuori Liberi” di Zinasco ha sollevato questioni che riguardano direttamente l’impegno dei veterinari pubblici nel garantire una vita dignitosa agli animali. Purtroppo, era una soppressione necessaria. Al santuario Cuori Liberi, sono morti 31 su 40 suini in soli 18 giorni a causa della Peste suina Africana, solo 9 sono sopravvissuti ma sarebbero probabilmente morti a causa della malattia.

La Peste Suina Africana rappresenta una concreta minaccia per tutta la popolazione suina europea. – Al momento non esiste un vaccino – Al momento non esiste cura. – La mortalità è prossima al 100%. – È altamente trasmissibile, può essere veicolata anche in maniera passiva, da persone, mezzi e altri animali. È comprensibile che l’opinione pubblica sia sensibile alle questioni legate agli animali e che richieda risposte immediate. Per questo è fondamentale sottolineare l’importanza di una valutazione accurata e scientifica della situazione da parte delle nostre istituzioni.

Molte malattie denunciabili coinvolgono le specie di animali allevati innanzitutto ad uso zootecnico, come i suini, sia che si trovino in un allevamento intensivo, in un allevamento biologico o in un santuario. Esse sono malattie di particolare rilevanza per la salute pubblica e animale che devono essere segnalate alle autorità sanitarie competenti. Tra queste, le zoonosi sono malattie che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo e possono causare gravi danni alla salute umana e animale oltre che avere impatti economici significativi.

Deve essere chiaro che i rifugi sono sottoposti alle stesse regole igienico sanitarie e di controllo delle malattie degli allevamenti stabulati o semibradi. La differenza tra questa tipologia di allevamenti e i santuari sta unicamente nelle finalità (da una parte abbiamo il cibo, per umani e animali, dall’altra un diverso rapporto, che rispettiamo pienamente, tra animale ed uomo); ma strutturalmente e quindi in termini di rischio sanitario, non ci sono differenze.

Deve essere chiaro al grande pubblico che l’impegno dei veterinari per assicurare il benessere animale, la salute degli animali e la sicurezza pubblica può comportare anche il trovarsi di fronte a situazioni estreme che richiedono decisioni altrettanto difficili; e in alcuni casi l’eutanasia è necessaria, come quando si cerca di impedire la diffusione di malattie così gravi e importanti come la PSA.

Nella nostra società la relazione tra gli uomini e gli animali riveste un’importanza crescente e si considera un valore fondamentale. Tuttavia, questa relazione è tutt’altro che monolitica. Gli uomini interagiscono con gli animali in una varietà di modi, ciascuno guidato da scopi e motivazioni diversi. Questa pluralità di relazioni tra uomini e animali presenta una sfida significativa per noi veterinari, chiamati a navigare attraverso un paesaggio complesso e variegato, e a prendere decisioni che possono apparire impopolari, ma che le norme ci richiedono di prendere nell’interesse pubblico, che non può che prevalere rispetto all’interesse del singolo.

Si ritiene pertanto che sia fondamentale che i veterinari pubblici siano adeguatamente supportati e riconosciuti – innanzitutto dalla FNOVI! – per il loro ruolo cruciale nella tutela del benessere animale e della salute pubblica, dal pubblico, dalle istituzioni che li rappresentano e che ci rappresentano. E siamo rimasti molto sorpresi che ben poco la FNOVI abbia fatto in difesa dei nostri colleghi di Pavia, che sono stati oggetto di insulti e minacce per avere svolto il proprio lavoro. Ma ancor più preoccupante sarebbe, se venisse confermata, una apertura da parte della FNOVI alla deregolamentazione dei rifugi di animali, che rappresenta un rischio per la salute pubblica, umana e animale. Noi, da canto nostro, continueremo a fare il nostro lavoro nel rispetto dei principi dell’One Health.

20 Ottobre, 2023

Veterinari Uniti per la Salute